Pubblicato il Marzo 14, 2024Aggiornato il Marzo 18, 2024
Nel cuore del Principato di Monaco, Denis Allemand e il Centre Scientifique de Monaco (CSM) conducono un'appassionata ricerca per comprendere e preservare i coralli, questi misteriosi organismi marini che svolgono un ruolo cruciale per l’ambiente. Nel corso di più di tre decenni, il CSM si è affermato come leader mondiale nello studio dei coralli, esplorando la loro complessa diversità biologica che va ben oltre l’immagine delle barriere coralline tropicali. Immergetevi nell'affascinante storia del corallo, dalle sue origini mistiche alla sua classificazione scientifica, e scoprite come scienza e lusso si incontrano per salvaguardare la bellezza naturale e la biodiversità marina.
Ci parlerebbe del legame tra CSM e corallo?
Denis Allemand: Il Centre Scientifique de Monaco, che è l'agenzia di ricerca del Principato di Monaco, effettua da oltre 30 anni importanti lavori sui coralli. Negli anni, è diventato uno dei laboratori leader nel mondo. Il termine "corallo" non ha alcuna realtà zoologica: designa numerosi organismi, certamente imparentati, ma spesso tanto distanti tra loro quanto lo può essere un pipistrello da un elefante. Anche se oggi, quando si parla di corallo, si pensa principalmente alle barriere coralline e alle spiagge paradisiache che le delimitano, storicamente questo termine è stato sviluppato per designare il corallo rosso del Mediterraneo.
Cosa sappiamo attualmente dei coralli?
Denis Allemand: Il nome corallo deriva dall'ebraico “goral” che significa “pietra magica”. I Greci lo trasformarono in “korallion”, ovvero “adorno”, che divenne “corallium” in latino, ancora usato per definire il corallo rosso. Successivamente, è stato applicato ad altri coralli, compresi quelli di cui sono costituite le barriere coralline. Ma per questi ultimi, bisognò attendere il XVI secolo affinché gli esploratori cominciassero ad interessarsi agli scogli che costituivano rischi per la navigazione. Non si sapeva ancora che fosserocostituiti da animali. Fu un medico marsigliese, il dottor Jean-André Peyssonnel, che nel XVIII secolo pose fine a un lungo dibattito iniziato con Plinio il Vecchio sulla natura del corallo rosso: pietra, pianta o animale? Peyssonnel fu il primo a riconoscerne la natura animale, osservazione poi estesa ad altri coralli.
Cos’è esattamente il corallo prezioso?
Denis Allemand: Il corallo rosso ha affascinato l'uomo con il suo colore fin dalla preistoria. Da ciò deriva il nome di corallo “prezioso”. Allo stesso tempo opera d'arte secolare o religiosa, gioiello, talismano e rimedio, il corallo rosso veniva prima raccolto, poi pescato commercialmente a partire dal X secolo, con picchi di produzione di centinaia di tonnellate all'anno per il Mediterraneo alla fine degli anni '70. Oggi, solo una ventina di corallieri sono autorizzati a pescare il corallo sulle coste francesi, poiché questa attività è soggetta a una regolamentazione severa. Ma il corallo rosso soffre anche per altre minacce. Infatti, il bracconaggio e il riscaldamento delle acque inducono massicci fenomeni di mortalità. È stato pertanto necessario mettere in atto programmi di conservazione, in grado di consentire al tempo stesso ai pescatori di continuare a guadagnarsi da vivere con la loro professione. Purtroppo le conoscenze scientifiche sulla biologia dei coralli preziosi in generale, e del corallo rosso in particolare, restano ancora limitate.
In questo contesto, come è nata la partnership con la Maison Chanel?
Denis Allemand: Avvalendosi delle competenze del CSM sviluppate dalla fine degli anni '80, la Maison Chanel, che ha a cuore la tutela degli oceani, ha voluto unire le forze con il nostro centro per creare la prima Unità di Ricerca interamente dedicata ai coralli preziosi. Situata nei locali del CSM, questa unità si propone di sviluppare programmi di ricerca fondamentale, al fine di comprendere meglio alcuni processi chiave nella vita del corallo rosso, con l'obiettivo di tutelare questa specie.
“Il corallo rosso e le perle sono materiali utilizzati in gioielleria e, in Chanel, la nostra missione è contribuire alla loro conservazione, in un contesto caratterizzato dal cambiamento climatico e dall’inquinamento legato alla plastica”, spiega Frédéric Grangié, presidente di Chanel Horlogerie & Joaillerie. “Per quanto riguarda il corallo rosso del Mediterraneo, siamo molto felici di condividere questa partnership con il Centre Scientifique de Monaco. In questo progetto, il nostro obiettivo principale è quello di poter contribuire, come marchio di lusso, alla conservazione di questa risorsa naturale e trovare alternative che consentano al settore della gioielleria di utilizzare il corallo rosso senza attingere alle scorte, perché sappiamo che il corallo rosso cresce ad una velocità molto lenta di 1 mm all'anno! La nostra responsabilità è perpetuare questa risorsa senza incidere sull’ambiente naturale”.
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