Pubblicato il Dicembre 19, 2024Aggiornato il Dicembre 24, 2024
Quest’anno si celebra il centenario della nascita di Pierre Boulez (1925-2016), uno dei più grandi musicisti moderni e al quale Bruno Mantovani, direttore del Printemps des Arts, si sentiva molto vicino umanamente e artisticamente. Grazie alla sua versatilità, Boulez fu una figura fondamentale nella musica della seconda metà del XX secolo.
“Il modo più semplice per programmare questo festival sarebbe stato di eseguire tutte le sue composizioni e infatti ci sarà un concerto dedicato interamente alla sua musica che dirigerò in occasione del suo centenario. Ma abbiamo voluto anche tracciare un ritratto più ampio del compositore, direttore d'orchestra e insegnante, perché era molto coinvolto nella società del suo tempo e si sentiva molto vicino al Principato, dove veniva a tenere concerti. Sarà quindi l'occasione per ritornare alle sue ispirazioni francesi e viennesi, alle sue amicizie con Stockhausen e Berio, ma anche ai suoi avversari, ai suoi discendenti e al suo ruolo nella storia della musica”, si compiace il direttore artistico, Bruno Mantovani.
In omaggio alle tre precedenti edizioni del Printemps des Arts, incentrate sul tema La mia fine è il mio inizio, e che sorprendevano mettendo a confronto le opere giovanili e mature dei compositori, la sera del 26 marzo, giorno del compleanno del musicista, sarà dedicata a una gioiosa e vorticosa sonatina per flauto e pianoforte, che scrisse appena terminati gli studi al Conservatorio con Olivier Messiaen, e a uno dei suoi ultimi grandi lavori, Dérive 2, un picco di virtuosismo dispiegato in 45 minuti.
Se questa edizione è più focalizzata sulla musica contemporanea rispetto a quelle che l’hanno preceduta, non fa però tabula rasa del passato:
“Ammiro la vivacità, la sensualità e la modernità della musica di Pierre Boulez, che tuttavia non era priva di ricordi e si collocava risolutamente in una logica di eredità. Fece scelte molto forti con lungimiranza, non gli piaceva affatto l'opera italiana, mentre adorava Wagner, Bruckner, Debussy e Ravel. Era molto legato a compositori che incarnavano una forma di modernità come i tre viennesi Schönberg, Berg e Webern”, continua Bruno Mantovani.
Grande animatore della vita musicale attraverso i suoi scritti e i suoi interventi al Collège de France, Pierre Boulez ha diretto orchestre e creato istituzioni come l'Istituto di ricerca e coordinamento dell'acustica e della musica (Ircam), un incredibile laboratorio focalizzato sui suoni nuovi.
Pierre Boulez era molto aperto verso altre discipline e diresse musica da balletto, in particolare i grandi balletti di Béla Bartók. Anche la poesia fu per lui una grande compagna e lo accompagnò per tutta la vita, come testimoniano i suoi scritti su René Char e Stéphane Mallarmé. Il direttore artistico aggiunge: “La figura di Pierre Boulez è quella di un musicista totale, che conosceva acutamente la storia della musica ed era sensibile alla danza. Abbiamo la gioia di collaborare qui con i Balletti di Monte-Carlo e abbiamo programmato quest'anno numerose conferenze con compagni di viaggio che lo conoscevano bene come Laurent Bayle e grandi personalità della musicologia moderna, testimoni della passione di Pierre Boulez”
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