Level 42
Il gruppo britannico ha conosciuto il successo del periodo della New Wave distillando un jazz-funk molto elegante, quindi i suoi brani pop-rock divenuti molto popolari.
All’origine di Level 42 nel 1979, troviamo Mark King al basso, Phil Gould alla batteria, Boon Gould alla chitarra e Mike Lindup alla tastiera. Incoraggiati a inserire una voce su questa parte strumentale, i musicisti fanno di King il loro cantante principale e pubblicano un primo album, eponimo di soul rythm and blues, prima di registrare “The Early Tapes” nel 1980. Con la sua musica immediatamente riconoscibile grazie alla tecnica di basso strimpellato di Mark King – che crea un impressionante muro di suono chiamato in inglese slapping bass - e i passaggi al sintetizzatore di Wally Badarou - partner fin dagli esordi - Level 42 si è fatto conoscere come gruppo di jazz-funk fusion, contemporaneo di formazioni britanniche funk come Atmosfear, Light of the World, Incognito e Beggar & Co. Con la sua evoluzione verso il sophisti-pop e il dance-rock, Level 42 amplia la sua audience fin dall’uscita dell’album “World Machine” nel 1985, che lo posiziona in vetta alle classifiche in Gran Bretagna e in tutto il mondo. Dopo l’addio dei fratelli Gould, la formazione evolverà nel corso del tempo e vi si uniranno i batteristi Gary Husband, Pete Ray Biggin, ma anche i chitarristi Alan Holdsworth o Nathan King. Così nel 2010, Level 42 celebra il suo 30° anniversario con una grande tournée internazionale. Nel 2016, il gruppo si esibisce anche nei festival europeo e dell’America Latina. Riscoprire Level 42, vuol dire anche reimmergersi nei successi di un gruppo pop-rock emblematico, che è stato uno dei pionieri del brit-funk.
Emile Londonien
Tra tastiera, basso e batteria, il collettivo francese Emile Londonien distilla i suoi successi intrisi di house e di broken beat con una forte impronta di jazz londinese.
Proveniente dalla scena strasburghese e dal vasto collettivo Omezis, il trio Emile Londonien ha scelto il suo nome a partire dalle sue influenze principali: il sassofonista francese Émile Parisien – che 20 anni fa ha fondato uno dei quintetti più ispirati del jazz francese - e il jazz londinese. Formati al conservatorio di Strasburgo e provenienti dalla cultura clubbing, il tastierista Nils Boyny, il bassista Théo Tritsch e il batterista Matthieu Drago definiscono il loro stile come un’ode al jazz in tutta la sua modernità, attingendo alla house, alla broken beat e all’hip hop. Costantemente sulle playlist della BBC, le loro produzioni riscontrano un’eco entusiasta soprattutto Oltre Manica dove gli elogi piovono, a iniziare da quelli dell’influente dj e produttore Gilles Peterson himself che vede in loro degli eredi: “Ho visto di recente questi musicisti live, che creano uno spazio di celebrazione del jazz della scena britannica di questi ultimi 10-15 anni […] è un autentico luogo di raccordo.” Dopo un primo album acclamato dalla critica, “Legacy” ha imposto il gruppo come uno dei leader della nuova generazione jazz, grazie a questa fusione singolare e così riuscita di tradizione e musiche contemporanee. Oggi il trio torna con il suo nuovo album “Inwards”, registrato tra Strasburgo e Londra con molti invitati di alto profilo, che lascia presagire un live altrettanto eccezionale.