Ayọ
La cantante tedesco-nigeriana, il cui nome significa gioia in yoruba, coniuga con sensibilità e delicatezza soul, folk e reggae su deliziose musiche acustiche.
Joy Olasunmibo Ogunmakin, detta Ayọ, è un’artista che attira subito l’attenzione per le inflessioni della sua voce soave e luminosa. Nata da padre nigeriano e da madre tedesca a Frechen nel 1980, crescendo scopre il violino poi la chitarra, che diventerà uno dei suoi strumenti prediletti. Con radici nel soul, nel folk e nel reggae, nel 2006 pubblica il suo album di esordio, “Joyful”, che ha venduto più di un milione di copie con il suo singolo “Down On My Knees”. Ayọ, che vive tra Parigi e New York, conquista un pubblico sempre più ampio a livello internazionale con il suo talento schietto e la sincerità delle sue parole. Cantante, compositrice e interprete, ha collezionato una serie di successi con album quali “Gravity at Last” (2008), “Billie-Eve” (2011) – che porta il nome di sua figlia nata nel 2010 e creato con la partecipazione di -M-, Saul Williams e del bassista di David Bowie Gail Ann Dorsey – e anche “Ticket to the World” (2013) e “Royal” (2020), opera caratterizzata dal suo soul, dal suo folk e dagli arrangiamenti molto epurati. Ogni album della cantante è un invito a un viaggio musicale nel quale libera con umiltà le sue emozioni di fronte all’esistenza attraverso melodie orecchiabili. Ayọ, artista compiuta e appassionata di viaggi pubblica il suo settimo album dal titolo “Mami Wata” ispirato al suo trasferimento a Tahiti. Un album potente e introspettivo che segna un nuovo capitolo nella carriera dell’artista, disponibile dal 20 settembre 2024. Ayo, è quindi una voce che risuona, sonorità che accarezzano l’anima e testi che parlano senza mezzi termini. Fa parte di quegli artisti magici la cui grazia sembra fermare il tempo.
Mayra Andrade
La vocalista capoverdiana Mayra Andrade rimanda con raffinatezza alle origini del jazz, e mescola le musiche popolari di Santiago all’afrobeat e all’elettro portoghese.
La musica di Mayra Andrade è fatta di ritmi vellutati, melodie vivaci e una voce che presenta note delicatamente pepate, come se l’Europa del pop fosse sempre stata un arcipelago tropicale. Nata a Cuba nel 1985, l’artista inizia a cantare a 14 anni. Mayra è originaria dell’isola di Santiago dove il funana e il batuque - stili musicali percussivi, ritmici e africani - erano invisi dall’élite coloniale e quindi mai esportati nel mondo. Sono proprio questi stili ad appassionare la cantante. Trovata la sua peculiarità sulla scena musicale, decide di incidere il suo primo album “Navega” nel 2006. Un album roots, inciso al ritmo di tre canzoni al giorno, che precede “Stória, stória”, con il quale parte in tournée con otto musicisti. Ammettendo di essere una donna eclettica, figlia della sua epoca e aperta a una marea di influenze, il suo album “Lovely Difficult” è più variegato. Va detto che Mayra parla e crea “in quattro lingue e mezzo” come lei stessa afferma: il creolo capoverdiano, il portoghese, lo spagnolo, il francese e, per la mezza, l’inglese. Il suo nuovo album “Manga", interamente in creolo, unisce i ritmi della musica africana moderna (è stato registrato a Abidjan) e le sue radici capoverdiane. Vi ritroviamo Kim Alves, il famoso strumentista capoverdiano e una nuova generazione di musicisti dell’Africa occidentale. Qui, è in compagnia del chitarrista Djodje Almeida, che rivisita in versione acustica il suo repertorio svelando deliziose sorprese.